UNA QUESTIONE DI TEMPO
UNA QUESTIONE DI TEMPO
Di Alex Pellacani
“La sincronicità è un concetto introdotto dallo psicanalista Carl Gustav Jung nel 1950, definito come <<un principio di nessi a-causali>>, che consiste in un legame tra due eventi che avvengono in contemporanea, connessi tra loro, ma non in maniera casuale, non in modo che l'uno influisca materialmente sull'altro, essi apparterebbero piuttosto ad un medesimo contesto o contenuto significativo, come due orologi che sono stati sincronizzati su una stessa ora.”
(Wikipedia)
Accadono, nella vita, momenti in cui cerchiamo qualcosa o ci azzardiamo a "guardare oltre".
C'è chi lo scorge nella spiritualità, chi lo insegue nei rapporti umani e chi, invece, più semplicemente, nello sport.
Erano gli anni delle superiori, ed è lì che fummo reclutati, dal nostro “Prof.” di educazione fisica, a partecipare alle selezioni per le giovanili di Rugby. Il Prof. bello, forte e sicuro di sé, era un "credente” puro della palla ovale, e tutti noi lo guardavamo con rispetto e venerazione.
Quello che diceva era Vangelo e le ore di ginnastica scolastica, quasi sempre snobbate, con lui ci spronavano a dare la parte migliore di noi. Sempre e comunque!
Non solo ci rese migliori atleti, ma furono prima di tutto i suoi insegnamenti a forgiarci come uomini. Uno di questi fu: "Ricordatevi che la vita non fa sconti a nessuno, ci saranno momenti duri da superare, ed è proprio quello che farete in questi momenti che vi plasmerà il carattere, e chi ce la farà, saprà cosa vuol dire non mollare mai.” Ricordo distintamente che concluse il discorso con: "Ed è proprio in queste situazioni che non dovrete fermarvi! Muovetevi, muovetevi in avanti!”
E questa, in buona sostanza, è l'essenza del Rugby.
Muoversi in avanti, conquistare il terreno del campo un palmo alla volta. Non mollare mai!
La fibra muscolare
Ogni singola cellula del muscolo scheletrico viene chiamata fibra muscolare, ed è a sua volta costituita da elementi cilindrici indipendenti l'uno dall'altro detti miofibrille.
La miofibrilla è costituita da sottili miofilamenti che formano il sarcomero.
È il sarcomero l'unità funzionale del muscolo ed è qui che avviene la contrazione muscolare.
Ogni sarcomero contiene due tipi di filamenti: spessi e sottili.
Una è la proteina miosina e l'altra la proteina actina.
Come avviene la contrazione del muscolo?
L'accorciamento del muscolo avviene quando i filamenti di miosina e actina agiscono insieme.
Le strutture che danno luogo allo scorrimento dei filamenti sono i ponti trasversali della miosina, che oscillano sulle loro posizioni fisse sulla superficie dei filamenti spessi.
Le estremità globulari della miosina contengono due siti reattivi: uno si lega alla actina l'altro è in grado di scindere l'ATP.
I ponti devono effettuare molti cicli di attività per produrre l'accorciamento muscolare, da ciò si evince che se si dovrà produrre più forza e quindi effettuare maggiori cicli.
Come si crea stress meccanico?
Durante la fase eccentrica di un esercizio, quando le fibre muscolari sono sottoposte all'allungamento, se i ponti rimangono connessi, si manifesterà danno muscolare e parallelamente si verificherà una forte sollecitazione sull'mTOR.
I ponti possono soltanto accorciare le fibre muscolari, ma di fatto non possono allungarle.
Quindi se i ponti rimangono connessi, la tensione sulle fibre rimarrà alta, la fase eccentrica prodotta dal sovraccarico tenderà ad allungare le fibre in contrapposizione con i ponti che cercheranno, viceversa, di accorciarle.
Ed ecco identificato lo stress meccanico, che è lo stimolo preminente per indurre la crescita muscolare!
Affascinante no?
T.U.T.: cos’è e come identificarlo
Ed è qui che entra in ballo il time under tension (T.U.T).
La definizione che calca piuttosto bene per il T.U.T. è un determinato periodo di tempo a cui sono sottoposte ad un sovraccarico le fibre muscolari.
Ma bisogna fare una significativa distinzione! Se utilizziamo carichi bassi i tempi tensivi possono anche divenire biblici, ma difficilmente riusciremo a mettere in crisi le Fibre Veloci!
Quindi per meglio identificare il T.U.T. più adeguato alle proprie esigenze, è necessario eseguire il più alto numero di ripetizioni possibili, in un lasso di tempo stabilito, ma con un carico significativo!
Fine delle argomentazioni!
Quanto incide il T.U.T. sulla crescita muscolare?
Gli scienziati hanno ipotizzato che la crescita muscolare non è banalmente in funzione delle ripetizioni eseguite, ma, in realtà della durata della serie.
In uno studio della Mc Master University in Canada, pubblicato sul Journal of Physiology, concludeva che le contrazioni muscolari prolungate erano una delle variabili più importanti per accrescere le misure muscolari. L'indagine mise a confronto carichi leggeri utilizzando un tempo di 1" up e 1" down con un tempo di 6" up e 6" down.
Lo studio, senza alcun dubbio, asserì che le ripetizioni lente erano superiori perché il T.U.T. era maggiore.
E qui vorrei "chiamare in giudizio" sia Arthur Jones che Ellington Darden, convinti assertori dei tempi cosiddetti lenti per esaltare i processi ipertrofici.
quale impulso dare per la crescita muscolare?
Proviamo a creare una semplice equazione:
Massimo Reclutamento di unità motorie + Stimolo Meccanico indotto dal sovraccarico X per Numero di ripetizioni = Stimolo Ipertrofico.
Abbiamo diverse variabili su cui agire:
A) Incrementare i carichi utilizzati.
B) Generare un alto stato di affaticamento.
C) Accelerare il più rapidamente possibile il carico sollevato ( Forza = Massa x Accelerazione).
Per concludere mi faccio una domanda e mi do una risposta: “Credo nei tempi tensivi?”
Assolutamente si!
Teniamo sempre bene a mente che la crescita muscolare è un adattamento biologico ad uno stress.
Variare, facendolo bene, ci donerà significative soddisfazioni iperfrofiche.
“Tra vent'anni sarai più dispiaciuto per le cose che non hai fatto che per quelle che hai fatto.
Quindi sciogli gli ormeggi, naviga lontano dal porto sicuro. Cattura i venti dell'opportunità nelle tue vele. Esplora. Sogna. Scopri”
(Mark Twain).
E ora...scatenate l'inferno!